Le piante tossiche

Un gran numero di piante comunemente presenti nelle nostre case e nei nostri giardini può rappresentare un serio pericolo per i nostri amici animali, ecco una lista di alcune delle più dannose:

 

  • Begonia: tutta la pianta è tossica, ma sono le radici ad arrecare il danno maggiore. Può causare vomito e diarrea con sangue.
  • Aloe: la sua ingestione può causare, in cani, gatti e uccelli, diarrea con sangue e aumento dell’urinazione per il suo contenuto in barbaloina.
  • Calancola: tutte le sue parti verdi sono tossiche poiché contengono bufodienalidi, sostanze ad azione cardiotossica.
  • Dieffenbachia: molto diffusa come pianta d’appartamento, è estremamente tossica per i gatti ma anche per i cani, in particolare se di piccola taglia. Causa reazioni allergiche che possono portare a stomatiti, edema linguale e forte salivazione fino, talvolta, a danno renale.
  • Tulipano: l’ingestione dei bulbi causa, in cani e gatti, sintomatologia gastroenterica.
  • Cycas: questa pianta contiene tre diverse tossine, l’ingestione di una qualsiasi delle sue parti causa un’intossicazione estremamente grave che può condurre a morte l’animale, causando gastroenterite emorragica, danni epatici e renali e coagulopatie.
  • Giunchiglia: l’ingestione dei bulbi causa vomito e diarrea.
  • Bosso: l’ingestione di qualsiasi parte della pianta, pur essendo un’evenienza estremamente rara, è potenzialmente mortale per i cani. Porta sintomi cardiaci fino a morte per arresto cardiaco e respiratorio.
  • Azalea: le parti tossiche di questa pianta sono foglie e fiori. L’ingestione, dopo appena qualche ora, causa vomito, diarrea, dolori addominali e respiro affannoso, ma può danneggiare anche fegato e reni fino a portare a coma e morte.
  • Ortensia: pianta estremamente pericolosa, tutte le parti della pianta, infatti, contengono una sostanza analoga al cianuro, che può causare sintomi respiratori e portare alla morte dell’animale.
  • Tasso: anche in questo caso risultano essere tossiche tutte le parti della pianta. I sintomi, in questo ordine, sono: tachicardia, difficoltà respiratorie, minzione alterata, pupille dilatate, agitazione e tremori per poi passare alla depressione, giungendo, infine, a morte per arresto cardiaco e respiratorio.
  • Spathiphyllum: le parti verdi della pianta risultano tossiche per cani, gatti e uccelli. Causa principalmente una sintomatologia gastroenterica, ma può portare anche a emorragie e difficoltà respiratorie.
  • Anthurium: sono tossiche tutte le parti della pianta, in particolare le foglie giovani. Il lattice che fuoriesce quando si rompono rami e foglie è caustico mentre, per ingestione, questa pianta può causare irritazione del cavo orale e della lingua, emorragie, diarrea, vomito e sintomi respiratori.
  • Edera: sia le foglie che le bacche dell’edera, se ingerite, possono causare vomito, diarrea e difficoltà respiratorie fino, addirittura, al coma e alla morte.
  • Giglio: le foglie e il bulbo, se ingeriti, possono portare a vomito e abbattimento.
  • Colchico: questa pianta, in tutte le sue parti, risulta tossica anche per l’essere umano. La maggior tossicità si riscontra nel bulbo e nei semi, la cui ingestione porta prima a collasso con paralisi muscolare e respiratoria e poi a morte.
  • Aglaonema: le foglie sono tossiche e, se ingerite, causano sintomi gastroenterici, difficoltà respiratorie, disturbi cardiaci e incoordinazione.
  • Oleandro: tutte le parti della pianta, in particolare le foglie, sono tossiche, poiché contengono glucosidi cardioattivi che causano morte per arresto cardiaco sia negli animali che nell’essere umano. È importante ricordare, nel caso di questa pianta, che risultano tossici anche l’acqua dell’innaffiatura e il fumo che si forma in caso di combustione.
  • Amaryllis: l’ingestione del bulbo porta sintomi di natura gastroenterica.
  • Ciclamino: tutte le parti della pianta sono tossiche e, se ingerite, causano vomito, diarrea. Quando l’assunzione avviene in dosi massicce si può arrivare anche alle convulsioni.
  • Rododendro: l’elemento tossico è costituito dalle foglie che, se ingerite, causano sintomi gastroenterici e depressione. Il danno può estendersi anche a fegato e reni.
  • Agrifoglio: le bacche di questa pianta possono causare sintomi gastroenterici di entità moderata e abbattimento.
  • Stella di Natale: tutta la pianta è tossica ma bisogna fare particolare attenzione alle foglie. Per contatto può causare irritazione cutanea e oculare mentre, se ingerita, porta stomatiti, vomito e diarrea.
  • Vischio: le bacche di questa pianta sono estremamente tossiche per il loro contenuto in alcaloidi e, una volta mangiate, possono causare vomito, sintomatologia neurologica e, nei casi più gravi, morte per arresto cardiocircolatorio.
  • Calla: tutte le parti della pianta, per contatto, possono causare bruciori localmente mentre, se ingerita, la calla può portare nausea, salivazione abbondante, vomito, diarrea e dolori addominali.
  • Glicine: le parti pericolose, nel caso del glicine (conosciuto anche come “Wisteria”), sono costituite dai semi e dai baccelli che, se ingeriti, possono causare sintomi gastroenterici molto intensi, quali vomito, diarrea e forti dolori addominali.
  • Anemone: nonostante possa risultare irritante localmente in caso di contatto, la vera pericolosità dell’anemone si manifesta se viene ingerita; in tal caso, infatti, questa pianta può risultare anche mortale, portando a vomito, diarrea e, nei casi più gravi, crisi convulsive e depressione respiratoria.
  • Ciliegio d’inverno: il solanum capsicastrum, più conosciuto come “Peperoncino ornamentale” o “Ciliegio d’inverno”, esplica la sua pericolosità attraverso le bacche che, se ingerite, causano diarrea emorragica, dolori addominali e, in casi gravi, sintomi nervosi.
  • Lobelia: in caso di ingestione causa vomito, debolezza iniziale seguita da ipereccitazione e incoordinazione dei movimenti, tremori e convulsioni.
  • Mughetto: pianta estremamente tossica, bisogna far attenzione anche al fumo prodotto in caso di combustione e all’acqua nella quale vengono immersi i fiori recisi. Porta prima dolori addominali, salivazione abbondante e vomito, poi alterazioni del ritmo cardiaco fino al coma e alla morte.
  • Caesalpinia pulcherrima: è nota anche come “Orgoglio delle Barbados” o “Fiore del pavone”. I suoi semi contengono tannini e la loro ingestione causa vomito e diarrea che, di norma, rientrano nell’arco di 24 ore.
  • Primula: oltre a causare vomito e diarrea se ingerita, le foglie della primula possono generare dermatiti da contatto.
  • Gelsemium: più noto come “Gelsomino giallo”, contiene alcaloidi e, per ingestione, può essere causa di problemi respiratori e nella deglutizione, difficoltà di movimento e convulsioni.
  • Crisantemo: pianta estremamente irritante, il contatto con una qualsiasi delle sue parti causa prurito, dermatiti e formazione di croste.
  • Ranuncolo: la pianta è tossica interamente e causa una sintomatologia piuttosto grave. Se ingerita, infatti, può portare vomito, diarrea, insufficienza renale e sintomi nervosi fino alle convulsioni, è inoltre causa di dermatiti da contatto.
  • Spina di Cristo: oltre all’evidente pericolosità delle spine, la linfa di questa pianta risulta estremamente irritante per cani, gatti e uccelli, in particolare se entra in contatto con mucose e occhi.

 

In caso di ingestione di una di queste o di atteggiamenti strani da parte del vostre animale dopo aver ingerito una qualsiasi pianta, non esitate a correre immediatamente dal vostro veterinario.

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